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Salumi in Allattamento: tutto quello che devi sapere

L’allattamento è una fase fondamentale per una sana e corretta crescita del bambino.

Per questo motivo l’alimentazione della mamma deve essere quanto più equilibrata possibile, in modo che possa assicurargli tutte le sostanze di cui ha bisogno senza subire carenze di alcun genere.

Oltre a bere almeno due litri d’acqua al giorno, ogni madre deve assicurarsi di apportare al corpo il giusto apporto calorico, visto che il dispendio energetico durante questo periodo arriva fino a 500 calorie extra al giorno.

Poiché durante l’allattamento non esiste più il rischio di contrarre la toxoplasmosi (un’infezione dovuta al consumo di carne poco cotta oppure cruda), la neo mamma può tornare a mangiare tutto quello che desidera, compresi i salumi, a patto che prenda le dovute precauzioni, a partire dal rispetto delle consuete norme igieniche.

Tuttavia è doveroso segnalare che, sebbene i casi sono davvero rari, questa patologia può essere trasmessa tramite il latte e colpire gli organi del piccolo. Per tale ragione si raccomanda pertanto di limitare il consumo di carne cruda e di non toccare nella maniera più assoluta gli escrementi animali a mani nude. Qualora si fosse proprietario di un amico a quattro zampe, utilizzare appositi sacchetti, palette oppure guanti e di gettare subito i rifiuti in un bidone.

Se proprio non si riesce a resistere al piacere di mangiare il prosciutto crudo o la carne salada, acquistare dei prodotti certificati e di cui si conosce la provenienza.

È infine doveroso tenere a mente che molti salumi sono ricchi di sale, grassi saturi e conservanti di origine industriale, i quali potrebbero nuocere al delicato organismo del neonato e a compromettere la forma fisica della mamma.

Tutti i vantaggi dell’allattamento al seno

L’allattamento al seno è una pratica importantissima, in quanto capace di apportare numerosi benefici alla mamma e al bambino, tra cui:

Benefici per la mamma:

  • ripresa più rapida dal parto;
  • involuzione dell’utero, la quale riduce il rischio di mortalità e di emorragie;
  • riduzione di perdite ematiche, contribuendo in questo modo al mantenimento del corretto bilancio del ferro;
  • prolungamento del periodo di infertilità post partum;
  • riduzione di contrarre il cancro al seno prima della menopausa, in quanto le ghiandole mammarie hanno la possibilità di portare a termine la rispettiva maturazione, diventando così più resistenti alle trasformazioni neoplastiche;
  • rischio ridotto di contrarre osteoporosi e cancro alle ovaie;
  • maggiori possibilità di perdere peso e di recuperare il peso forma in tempi più celeri;
  • minori possibilità di cadere in depressione post parto.

Benefici per il neonato:

  • riduzione della durata e dell’incidenza di gastroenteriti;
  • protezione dalle infezioni di natura respiratoria;
  • miglioramento dello sviluppo psicomotorio e della vista;
  • minor rischio di sviluppare obesità e sovrappeso;
  • minor rischio di sviluppare allergie;
  • rischio di contrarre occlusioni ridotto;
  • migliore sviluppo dell’apparato intestinale.

Perché è importante allattare al seno

Il latte materno è perfetto per il bambino, anzi, secondo il parere dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, sarebbe bene utilizzarlo come nutrimento esclusivo per i primi sei mesi di vita, perché è composto da tutte le sostanze nutritive necessarie e nelle giuste misure, basti pensare al ferro assimilabile, agli acidi grassi polinsaturi e alle proteine.

Inoltre ha la capacità di proteggere il neonato dalle infezioni virali e batteriologiche. Non bisogna nemmeno dimenticare che questa pratica, essendo molto intima, aiuta a stabilire e a rafforzare il legame affettivo e l’intesa tra mamma e figlio.

Quest’ultimo ha infatti la possibilità di rilassarsi e di percepire subito l’odore della pelle e il calore della madre, che a sua volta avverte una sensazione di benessere generale e si sente gratificata.

Quali sono i salumi che si possono mangiare in allattamento e perché

In allattamento possono essere mangiati tutti i salumi, tra cui prosciutto cotto, prosciutto crudo, coppa, culatello, pancetta, speck, carne salada, bresaola, petto di pollo e di tacchino.

Questi ultimi quattro, dato sono più magri rispetto a tutti gli altri, sono concessi anche più di due volte alla settimana, anche perché contengono un’elevata percentuale di proteine, le quali favoriscono lo sviluppo e il mantenimento della corretta quantità di ferro.

Per quanto riguarda invece gli insaccati e i prodotti ad alto contenuto di grassi, è sempre bene consumarli sporadicamente, visto che possono aumentare i rischi di contrarre malattie cardiovascolari, di accumulare chili di troppo e di rendere la pelle del viso impura e dal colorito spento.

È sicuramente necessario apportare 500 calorie in più alla dieta alimentare giornaliera, ma bisogna farlo con gli alimenti giusti, non con quelli capaci di portare una quantità di danni superiore ai benefici.

La bresaola si può mangiare in allattamento? Perché?

La bresaola non solo si può mangiare durante il periodo di allattamento, ma è vivamente consigliata, poiché contiene un basso contenuto di sale e grassi.

Può essere consumata sia al naturale, sia condita con un filo d’olio extra vergine di oliva, limone e Parmigiano Reggiano in scaglie. Una valida alternativa alla bresaola è la carne salada.

Nel caso di quest’ultima, visto che trattasi di carne cruda, per avere un’ulteriore sicurezza, può essere scottata sulla griglia per un paio di minuti, così da eliminare eventuali tracce di toxoplasma.

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