Etichetta consapevole

 

Cosa prevede la legislazione italiana in tema di etichette e date di scadenza?

Il Regolamento (UE) n. 1169/2011 disciplina le modalità e il contenuto delle informazioni sugli alimenti da trasmettere al consumatore (incluse le collettività), e distingue tra informazioni obbligatorie e volontarie. Il Regolamento si applica a tutte le informazioni sugli alimenti destinate ai consumatori, sia attraverso la pubblicità che attraverso la loro presentazione, inclusa l’etichetta, per garantire ai consumatori stessi di effettuare scelte di acquisto (e consumo) consapevoli.

Tra le informazioni obbligatorie che devono comparire sull’etichetta degli alimenti pre-imballati (Capo IV, Art. 9) c’è l’indicazione della data di scadenza O del termine minimo di conservazione (TMC). [fonte: parere legale Too Good To Go/Regolamento 1169/2011]

 

Quali sono le differenze tra data di scadenza e TMC?

Termine Minimo di Conservazione (indicatore di qualità): la data fino alla quale tale prodotto conserva le sue proprietà specifiche in adeguate condizioni di conservazione.

Viene indicato con la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro il” seguito dall’indicazione del giorno/mese/anno; oppure “da consumarsi preferibilmente entro fine” quando il termine è indicato con mese/anno o solo con l’anno; oppure con l’indicazione del punto in cui la data è riportata sull’etichetta.

Secondo il Regolamento 1169/2011: “Ove necessario, tali indicazioni sono completate da una descrizione delle modalità di conservazione che devono essere garantite per il mantenimento del prodotto per il periodo specificato”.

Data di scadenza (indicatore di sicurezza): sostituisce il TMC nel caso di alimenti molto deperibili dal punto di vista microbiologico che potrebbero pertanto costituire, dopo un breve periodo, un pericolo immediato per la salute umana. Successivamente alla data di scadenza un alimento è considerato a rischio a norma dell’articolo 14, paragrafi da 2 a 5, del regolamento (CE) n. 178/2002.

Viene indicata con la dicitura “da consumare entro” seguito dall’indicazione della data stessa oppure dal punto in cui la data è riportata sull’etichetta. Tali indicazioni sono seguite dalla descrizione delle condizioni di conservazione da rispettare.

[fonte: parere legale Too Good To Go/Regolamento 1169/2011]

 

Infografica della Commissione Europea su spreco alimentare e date di scadenza.

 

Cosa si intende per adeguate condizioni di conservazione?

Sono le condizioni indicate dal produttore in etichetta, che possono riguardare le condizioni di conservazione prima, e di consumo dopo l’apertura della confezione.

[Secondo l’Art. 25 del Regolamento 1169/2011: “1. per gli alimenti che richiedono condizioni particolari di conservazione e/o d’uso, tali condizioni devono essere indicate (in etichetta)” e “2. per consentire una conservazione o un uso adeguato degli alimenti dopo l’apertura della confezione, devono essere indicate le condizioni di conservazione e/o il periodo di consumo, se del caso”]

 

Perché viene indicato un TMC se di fatto i prodotti possono essere consumati?

Il TMC si applica a prodotti che non siano molto deperibili da un punto di vista microbiologico. Si è soliti affermare che il TMC costituisce un “termine di garanzia”, obbligatoriamente stabilito dall’operatore del settore alimentare responsabile per le informazioni, che assicurerà al consumatore che l’alimento, se idoneamente conservato, manterrà, entro quella data, tutte le proprietà organolettiche (aroma, fragranza, ecc.). [parere legale Too Good To Go]

 

Che cosa accade ai prodotti una volta passato il TMC?

Decorso il TMC l’alimento non è considerato un rischio per la salute e può comunque essere consumato. La dicitura del TMC indica infatti che sia “preferibile” consumare l’alimento prima di quel termine, ma se ciò non accade, purché sia adeguatamente conservato, sarà possibile utilizzarlo successivamente, senza che ciò comporti alcun rischio per la salute. [parere legale Too Good To Go]

 

Quali sono i prodotti su cui posso trovare il TMC?

Il TMC si trova generalmente su: prodotti secchi confezionati, alimenti in scatola, confetture e conserve, conserve sott’olio, prodotti surgelati, bevande confezionate e bevande UHT, salse, spezie ed erbe aromatiche, farine, cereali, caffè, the e infusi (elenco non esaustivo).

[Fonti: https://ilfattoalimentare.it/termine-minimo-di-conservazione.html  e https://www.aslcn2.it/media/2018/12/3-Data-di-scadenza-e-TMC_banco-alimentare4.pdf]

 

Quali sono i prodotti su cui posso trovare la data di scadenza?

La data di scadenza si trova su quei prodotti che sono molto deperibili dal punto di vista microbiologico, come gli alimenti pre-confezionati freschi, che possono includere: latte, uova, formaggi freschi, carne, pesce, ma anche insalate confezionate, e pasta fresca confezionata (elenco non esaustivo).

 

E come mi devo comportare con quegli alimenti che non presentano un’etichetta? Fatte salve le disposizioni dell’UE che prescrivono altre indicazioni di data, l’indicazione del TMC non è richiesto nei casi: prodotti ortofrutticoli freschi, comprese le patate, non trattati (non sbucciati, tagliati o che non hanno subito trattamenti analoghi); vini, vini liquorosi, vini spumanti, vini aromatizzati e prodotti simili ottenuti a base di frutta diversa dall’uva, nonché delle bevande del codice NC 2206 00 ottenute da uva o mosto di uva; bevande con un contenuto di alcol pari o superiore al 10% in volume; prodotti di panetteria o pasticceria che per loro natura sono normalmente consumati entro le 24 ore dalla fabbricazione; aceti, sale da cucina, zuccheri allo stato solido, prodotti di confetteria consistenti quasi unicamente in zuccheri aromatizzati e/o colorati e gomme da masticare e prodotti analoghi.

[fonte: Regolamento 1169/2011]

 

 

 

Come posso capire se posso consumare un alimento passato il TMC?

Il TMC rappresenta un’indicazione in termini di qualità dei prodotti, se conservati in modo adeguato, infatti, gli alimenti che presentano il TMC possono essere consumati dopo la data indicata senza rappresentare un rischio per la salute. Dato che i prodotti con TMC passato non costituiscono un pericolo per la salute, il consumatore può verificare la qualità degli alimenti tramite i propri sensi: gusto, vista e olfatto. Ciò che andrà a verificare infatti sono le proprietà organolettiche dell’alimento, come gusto, fragranza, aroma, consistenza. Il TMC rappresenta una garanzia di qualità da parte dell’operatore alimentare: serve cioè al responsabile per le informazioni sugli alimenti a garantire al consumatore che entro quel termine il prodotto è esattamente come questi può aspettarsi che sia [fonte: legal paper GDO / parere legale]. L’utilizzo dei propri sensi può guidare il consumatore nella verifica della qualità dell’alimento, per compiere una scelta informata che vada a rilevare le proprietà qualitative dell’alimento.

Per quanto riguarda la data di scadenza è invece importante sottolineare che gli alimenti per cui tale data sia passata, non possono essere consumati, perché rappresentano un rischio per la salute. Non è opportuno quindi affidarsi ai propri sensi per verificarne la qualità, anche se apparentemente in buono stato.

 

Perché è importante comprendere la differenza tra TMC e data di scadenza?

Perché in Europa circa il 10% delle 88 milioni di tonnellate di cibo che viene gettato ogni anno è attribuibile a una scorretta interpretazione delle date di scadenza lungo tutta la filiera alimentare, dalla lavorazione al consumo domestico. Le date di scadenza infatti non solo sono un’indicazione utile per il consumatore, ma rappresentano anche uno strumento importante a livello di retailers per quanto riguarda la gestione delle scorte e della redistribuzione.

La Commissione Europea ha riconosciuto che una migliore comprensione della differenza tra data di scadenza e TMC potrebbe contribuire in modo significativo a ridurre lo spreco alimentare a diversi livelli della filiera, e sta considerando le possibili opzioni per semplificare l’etichettatura, promuovendo una migliore comprensione delle date di scadenza e TMC da parte di tutti gli attori coinvolti. A tal proposito a Dicembre 2020, l’EFSA (European Food Safety Authority) ha pubblicato un primo studio, Guidance on date marking and related food information: part 1 (date marking), che possa facilitare i produttori nello scegliere la dicitura più appropriata tra data di scadenza e TMC. Kostas Koutsoumanis, presidente del gruppo di esperti EFSA sui pericoli biologici, ha dichiarato: “Informazioni chiare e corrette sulla confezione e una miglior comprensione e applicazione dell’indicazione della data appropriata sugli alimenti da parte di tutti i soggetti coinvolti possono contribuire a ridurre gli sprechi alimentari nell’UE, pur continuando a garantire la sicurezza degli alimenti. Il parere scientifico pubblicato oggi rappresenta un passo avanti in tale direzione”.

[fonti: Market study on date marking and other information provided on food labels and food waste prevention, 2018; Date Marking and Food Waste]

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